Nonostante una migliore comprensione del cambiamento climatico globale e regionale e una maggiore complessità del modello, il contributo relativo dei diversi feedback (nuvole, circolazione oceanica, vegetazione e il suo accoppiamento con i cicli dell'acqua e del carbonio, ghiaccio...) continua a variare da modello a modello, portando a discrepanze tra ricostruzioni climatiche e simulazioni. Acquisire nuovi record paleoclimatici quaternari e confrontarli con i risultati dei modelli è, più che mai, la scienza di base necessaria per spiegare l'attuale cambiamento climatico e migliorare le proiezioni climatiche.
In questa conferenza, María Fernanda Sánchez Goñi, Professore di Paleoclimatologia, ha introdotto brevemente la scoperta delle ere glaciali, la teoria astronomica che le spiega e l'inaspettata identificazione della brusca variabilità climatica (dal millennio al centenario) negli anni '1980.
Dopo aver riassunto l'evoluzione del clima globale nell'ultimo milione di anni, ha mostrato il suo impatto su diverse regioni del pianeta. Ha evidenziato la discrepanza tra i climi del passato e le simulazioni dei modelli e, in particolare, i problemi legati alla modellazione delle risposte regionali ai passati cambiamenti climatici globali, ad esempio nelle regioni dei monsoni.
Questi problemi hanno forti implicazioni per i futuri modelli climatici, le proiezioni dell'innalzamento del livello del mare e l'impatto regionale del cambiamento climatico. La ricerca di base sul Quaternario è ancora necessaria per valutare le simulazioni dei modelli e migliorare le proiezioni climatiche.
La ricerca sui recenti periodi geologici, durante i quali la Terra è stata soggetta a uno sviluppo ciclico e significativo delle calotte glaciali, è stata determinante per identificare la frequenza e i meccanismi dei cambiamenti climatici naturali del passato.
Lo studio dei depositi più recenti del Quaternario, il periodo che copre gli ultimi 2.6 milioni di anni, ha dimostrato il ruolo dell'uomo nell'attuale cambiamento climatico. Nessuno dei ricercatori che hanno aperto la strada allo studio dei depositi quaternari nelle Alpi e hanno evidenziato i ripetuti avanzamenti e ritiri dei ghiacciai, avrebbe potuto immaginare le implicazioni scientifiche e sociali del loro contributo. Senza le loro e successive scoperte, gli attuali scienziati del clima non sarebbero in grado di proporre che il clima terrestre stia forse attraversando un punto di svolta cruciale.
La curiosità di comprendere l'evoluzione del clima terrestre è stata la loro principale motivazione. Quasi tre secoli fa, gli studi quaternari stavano già contribuendo, inconsapevolmente, a presentare la ricerca sulla sostenibilità.
Professore di Paleoclimatologia presso l'Ecole Pratique des Hautes Etudes-Paris Science Lettres (EPHE, PSL University); lavora presso il laboratorio EPOC (Environnements et Paléoenvironnements Océaniques et Continentaux) dell'Università di Bordeaux
Indirizzo e-mail : [email protected]
Serie di conferenze ISC Distinguished
Promuovere discussioni e dibattiti sull'importanza della scienza di base e sulla loro relazione con gli obiettivi di sviluppo sostenibile